Toscana rossa… di sangue
Petizione contro la Legge-Remaschi – 250.000 ungulati condannati a morte nella sola Regione Toscana: una legge pericolosa e inutile
I primi firmatari (il testo è alla fine)
Adorni Eleonora | antropologa |
Amodio Silvia | Giornalista e fotografa |
Battiato Franco | Musicista |
Bogazzi Marilena
Bollani Stefano |
Associazione Cattolici vegetariani
musicista |
Bonetto Fabrizio | Guardia Faunistico Ambientale e Zoofila |
Buzzelli Silvia | dipartimento di giurisprudenza università degli studi di milano-bicocca |
Caffo Leonardo | Università di Torino |
Cagno Stefano | Dirigente Medico Ospedaliero |
Carlotto Massimo | scrittore |
Castiglione Silvana | Emerito di Filosofia del Diritto, Fac. Giurisprudenza, Università di Genova |
De Marco Antonio | biologo, evoluzionista, ricercatore del CNR, ex membro del CITES |
Di Michele Grazia | cantante, artista |
Don Backy | artista |
Fanelli Giuseppe | esperto in fauna esotica, selvatica e domestica, ex guardia zoofila |
Finazzo Alessandro detto Finaz (Bandabardò) | Musicista |
Fofi Goffredo | direttore della rivista Lo Straniero |
Giorello Giulio filosofo della scienza
Guadagnucci Lorenzo |
giornalista |
Laccone Gianfranco | agronomo |
Lombardi Vallauri Luigi | filosofo del diritto |
Maiorca Enzo
Manzoni Annamaria |
ex campione di immersione in apnea
psicologa |
Maraini Dacia | scrittrice |
Marchesini Roberto | Filosofo e Direttore di Siua, Scuola di Interazione Uomo-Animale |
Martella Sauro | imprenditore |
Moriconi Enrico
Panariello Giorgio |
Veterinario asl , consulente tecnico benessere e etologia animale , medicina democratica
Comico, attore |
Pardini Vincenzo | scrittore |
Pocar Valerio | Sociologo, Garante per la tutela degli animali del Comune di Milano |
Poggi Daniela | attrice |
Rettore Donatella | artista |
Riondino David | antautore, attore, regista e scrittore |
Rivera Annamaria | antropologa, Università di Bari |
Tamaro Susanna | scrittrice |
Tamino Gianni | biologo, ex europarlamentare |
Terzani Folco | scrittore |
Tettamanti Massimo | chimico ambientale e criminologo forense |
Veracini Cecilia | antropologa, primatologa |
Veronesi Sandro | scrittore |
Vichi Marco | scrittore |
Zanoni Andrea | ambientalista |
Valeria Viganò | scrittrice |
TESTO DELLA PETIZIONE
Il consiglio regionale della Regione Toscana sta per discutere una legge sulla cosiddetta “emergenza cinghiali” che cambierà profondamente, se approvata, la vita quotidiana nelle campagne toscane. La caccia agli ungulati sarà di fatto liberalizzata per tre anni con l’intento di abbattere circa 250 mila fra cinghiali e caprioli. Una carneficina senza precedenti; un’imposizione priva di basi scientifiche, inutile e che rischia di danneggiare pesantemente la vivibilità del territorio toscano e la sua immagine nel mondo.
La Legge Remaschi :
La giunta regionale parla – senza fornire dati verificabili – di incidenti stradali causati dai cinghiali, ma non accenna alle immancabili vittime umane della caccia (11 morti e 47 feriti, di cui 14 non cacciatori, in Italia dal 2 settembre al 15 dicembre 2015).
I pallettoni da cinghiale dei fucili calibro 12 hanno una gittata di 1500 metri e siti specializzati di caccia sostengono che una “palla slug” “rimbalza quasi sempre, anche con angoli di incidenza accentuati, se colpisce legno o corpo duro (pietra) e se trova un ulteriore ostacolo può di nuovo rimbalzare, al punto che in situazioni particolari può continuare a rimbalzare come una pallina da ping-pong impazzita” (tratto da http://www.benelli.it/it/content/cacciare-sicuri )
– E’ INUTILE
La caccia cosiddetta di selezione (in questo caso quanto mai massiccia) non riduce la popolazione dei selvatici, se non nel brevissimo periodo: infatti la morte dei maschi dominanti (che nessun cacciatore è in grado di individuare e riconoscere) comporta il collasso della struttura del branco, anticipando l’estro nelle femmine, incrementando i tassi di natalità e spingendo i branchi a colonizzare nuovi spazi.
– INQUINA
La caccia inquina: il piombo seminato nel bosco penetra nelle acque di falda; i bossoli lasciati sul terreno non sono biodegradabili.
– MERCIFICA
i comunicati stampa della Regione parlano degli animali selvatici come di una “risorsa rinnovabile” a disposizione di chef, ristoranti, agriturismi, consumatori. I boschi vengono dunque trasformati in una sorta d’allevamento a cielo aperto e di tiro a segno a scopo ludico-ricreativo, con la creazione di una filiera permanente della carne di cinghiale e capriolo. http://www.regione.toscana.it/web/toscana-notizie/-/filiera-selvatica-domani-presentazione-a-lamporecchio-con-assessore-remaschi
E’ stato recentemente inaugurato a questo fine un mattatoio nel Comune di San Miniato (Pisa). http://www.toscana-notizie.it/-/caccia-remaschi-a-san-miniato-inaugura-il-primo-macello-abilitato-a-lavorare-la-selvaggina-abbattuta-in-toscana .
Ma la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato. Questa legge viola lo spirito della legge sulla caccia 157/92.
– MILITARIZZA CAMPAGNE E BOSCHI
La liberalizzazione della caccia – al momento per tre anni, poi si vedrà – porterà all’invasione permanente dei boschi e delle campagne da parte di squadre di uomini armati. Nemmeno le aree protette si salveranno. La colonna sonora sarà – per 365 giorni all’anno – quella delle battute di caccia.
– E’ UN REGALO ALLA LOBBY VENATORIA E UN ENORME CONFLITTO D’INTERESSI
La legge è stata concepita dalla Regione d’intesa con le associazioni venatorie. E’ una legge totalmente sbilanciata a favore dei cacciatori, frutto di un macroscopico conflitto d’interesse in quanto i cacciatori sono all’origine del problema, avendo ripopolato i boschi con cinghiali importati, e adesso vengono incaricati della soluzione del problema da loro stessi creato (2).
– SNATURA LA NOSTRA REGIONE
La legge Remaschi non considera l’enorme danno che si arreca alla vivibilità dei boschi e delle campagne, oltre al deturpamento dell’immagine della Toscana rurale, che da terra d’armonia e bellezza si trasforma in territorio ostile e pericoloso.
La sicurezza dei frequentatori di Bed and breakfast e Agriturismi, dei gruppi di trekking e dei bikers e di ogni abitante e fruitore delle zone verdi e boschive è in pericolo. Ciascuno di costoro si vedrà sottratto, oltre all’accesso, anche il piacere del silenzio e la garanzia dell’incolumità personale.
– ESISTONO ALTERNATIVE
Gli studiosi indipendenti indicano l’esistenza di altre possibilità di intervento al fine di contenere in modo permanente il numero di cinghiali, con metodi rispettosi dell’ambiente, delle persone, degli animali e delle conoscenze scientifiche: divieto effettivo e non solo formale di foraggiamento, allevamento e ripopolamento; sterilizzazione per via alimentare; interventi per la protezione delle coltivazioni (barriere olfattive, recinzioni non abbattibili né scavalcabili).
IL TERRITORIO TOSCANO E’ DI TUTTI, NON ACCETTIAMO CHE DIVENTI UN CAMPO DI BATTAGLIA!
La redazione di Restiamo Animali, trasmissione radiofonica
NOTE
1) Vedi i numerosi studi internazionali citati in “Caccia al cinghiale – Relazione” curata dall’associazione Gabbie Vuote http://www.gabbievuote.it/caccia-al-cinghiale—relazione.html
2) Da Il forestale sett/ott. 2009: “Nel caso del cinghiale la falla è rappresentata dai ripopolamenti che ancora oggi vengono fatti annualmente a ritmo di decine di migliaia di capi… fiume di esemplari liberati ogni anno dalle strutture pubbliche e private per alimentare una crescente domanda venatoria. Se da domani non si liberassero più cinghiali il problema si ridimensionerebbe in poco. Un documento ISPRA: Biologia e conservazione della fauna – Banca dati ungulati anno 2009 di Carnevali/Pedrotti/Riga/Toso, afferma “a partire dagli anni ‘50, la massiccia introduzione di cinghiali, inizialmente operata con soggetti catturati all’estero e, successivamente, con animali prodotti in allevamenti che si sono andati progressivamente sviluppando in diverse regioni italiane.. ha creato problemi di incrocio tra sottospecie differenti e di ibridazione con le forme domestiche, che hanno determinato la scomparsa dalla quasi totalità del territorio della forma autoctona peninsulare.”
E’ evidente che l’interesse dei cacciatori è mantenere alto il numero di cinghiali e rendere permanente uno stato d’emergenza e d’allarme verso gli ungulati. La commistione di interessi armieri e venatori nelle scelte che hanno a che fare con la gestione faunistica è troppo spesso esplicita e imbarazzante: le case d’armi sono fra i promotori del progetto di Nuova Filiera Ambientale, che coinvolge a vario titolo università (Statale di Milano, Federico II di Napoli, Urbino, Pollenzo-Slowfood), Legambiente, associazioni venatorie, Federparchi, Osservatorio contro le agromafie, CNCN (Comitato Nazionale Caccia e Natura) e che sta indicendo incontri con lo slogan “Selvatici e buoni: una filiera alimentare da valorizzare”. http://www.lastampa.it/2015/01/22/scienza/ambiente/focus/cinque-progetti-per-far-nascere-una-nuova-filiera-ambientale-bJw63rrI4A5GGFszXc1b3M/pagina.html
I risultati di questi interessi privati nelle scelte pubbliche sono sotto gli occhi di tutti: da anni e anni vengono riproposti gli abbattimenti programmati a cura dei cacciatori (caccia di selezione numerica) che anno dopo anno non raggiungono il “risultato sperato”.
Il territorio è più degli animali che stanno dove devono stare.
Sono ,invece, le persone, troppe, che sciamano per il mondo intero con risultati scellerati
D’ accordo con te
Manolo
sono d’accordo con quanto scritto sopra: i cacciatori fanno già troppi danni ora, figuriamoci se la legge venisse approvata dopo sarebbe come stare in uno stato di guerra specialmente per le persone che vivono in campagna o vicino ai boschi
I cacciatori sono dannosi ad animali e persone.
Perché hanno la libertà di uccidere gli animali che la maggioranza della popolazione li vuole vivi ?
Perché hanno la libertà di svegliare,all’alba, migliaia di persone che vogliono dormire?