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Firenze vieta di nutrire i piccioni, noi ci siamo autodenunciati

Pochi giorni fa abbiamo raccontato la bella storia di Paolino, il giovane piccione che , con la collaborazione di una vicina di casa, abbiamo salvato da morte certa, dopo una precoce caduta dal nido.

paolino2

Abbiamo accudito e nutrito Paolino per qualche settimana, scoprendo che i bistrattati piccioni sono animali vivaci e simpatici. Interagire con lui è stato così piacevole che quando Paolino ha spiccato il volo e ha lasciato la stanza di casa nel quale lo avevamo sistemato, da un lato eravamo ovvioamente contenti per lui e la sua libertà, dall’altro dispiaciuti per la perdita di un nuovo amico.

La sorpresa è arrivata il giorno dopo, quando Paolino è tornato nella sua stanza, grazie alla finestra sempre aperta. E cosi ha fatto e sta facendo ogni giorno. Arriva verso fine mattinata e riparte a metà pomeriggio. Casa nostra è anche casa sua e noi siamo molto contenti di avere un amico con le ali.

Ora scopriamo d’essere  dei fuorilegge.  Il Comune di Firenze alla vigilia di Ferragosto con apposita delibera ha infatti vietato ai cittadini di nutrire i piccioni, anche in luoghi privati, cioè a casa propria, prevendendo multe per i trasgressori da 80 a 500 euro. E’   quindi vietato anche  mettere qualche briciola sul balcone della propria finestra, sempre che sia un piccione a usufruirne; da quel che si capisce, per ora il Comune concede – bontà sua – che le briciole e i semi finiscano nel becco di tortore pettirossi e altri volatili. Non è chiaro chi possa controllare e come. Chissa se arriveranno i vigili a verificare chi becchetta e chi no.

Detta cosi naturalmente fa ridere, ma in verita c’è poco da scherzare, visto che il Comune è arrivato a invitare alla delazione: chiunque assista al reato, cioè al piccione che mangia briciole sul balcone di un vicino di casa, dovrebbe chiamare i vigili.

E’ chiaro allora che  raccontando la bellissima vicenda di Paolino, ci siamo autodenunciati, sia pure senza saperlo, ed è altrettanto chiaro che a questo punto dovremo aspettarci l’arrivo dei vigili sotto casa, perché nel frattmpo non abbiamo smesso di accogliere ogni giorno il nostro amico pennuto, che nella sua stanza, accanto alla nostra camera, ha anche una ciotolina con i semi: per il Comune di Firenze siamo quindi dei fuorilegge. E non solo i vicini, ma tutti gli ascoltatori di Controradio,  potrebbero sentirsi in dovere di avvertire gli uffici comunali.
A pensarci bene, però, Paolino non mangia all’aperto e neppure su un balcone o su un davanzale e quindi non è sicuro che l’ordinanza riguardi anche noi, ma se i vigili arriveranno con un mandato di perquisizione ed entreranno nella stanza di Paolino scopriranno facilmente  il corpo del reato, la ciotolina con i semi, e a quel punto non avremo scampo.

L’ordinanza comunale voluta dall’assessore Caterina Bini, che pure è una veterinaria ma che certo non si discosta dalla via maestra della diffusa e  un po’ paranoica antipatia per i piccioni, rappresenta un’escalation rispetto al divieto, in vigore a Firenze fin dal 2008, di dare da mangiare ai piccioni in luogo pubblico.

La nuova ordinanza estende il divieto alle dimore private, insomma la guerra continua con nuovi mezzi,  e ancora una volta invoca il tema del decoro, un concetto che da tempo è diventato un passe partout per giustificare vessazioni e forme di esclusione verso chi dà fastidio al cittadino medio benpensante, che sia animale o che sia persona poco importa, basti ricordare i provvedimenti presi in questi anni  verso lavavetri, mendicanti, musicisti di strada.

Sul tema  dei piccioni, per la puntata di giovedì 29 agosto abbiamo chiesto un parere al professor Antonio De Marco, biologo, ricercatore del Cnr, fondatore in provincia di Rieti del Rifugio e centro di recupero per animali Parco dell’Abatino.

Discussion

12 Responses to “Firenze vieta di nutrire i piccioni, noi ci siamo autodenunciati”

  1. A questo proposito, mi piacerebbe raccontarvi la triste storia successa a me,,

    Il 6 luglio scorso ho trovato un piccolo di volatile che era cascato dal nido ed era stato evidentemente attaccato da un gatto. Presentava infatti sul dorso numerose ferite. Da un conoscente ho avuto il nome e numero di telefono della Sig.ra Ornella Cioni, indicatami come responsabile di zona del Cetras di Empoli (Centro recupero avifauna selvatica), che ho chiamato e che mi ha dato la sua disponibilita’ ad accogliere il volatile.

    Arrivata ad Empoli dopo un viaggio di 45 minuti mi sono presentata a casa della sig.ra Cioni. Quando le ho presentato il piccolo mi sono sentita dire che non poteva essere lasciato con lei perche’ era ………… un piccione!!! Ho fatto presente alla Sig.ra Cioni che mi sarei offerta ben volentieri di accollarmi le spese di mangime e quant’altro potesse servire, ma non e’ servito a niente e sono tornata a casa con la mia scatolina sottobraccio, con un forte senso di frustrazione e impotenza. Ovviamente, in mani inesperte come le mie, il piccolo piccione e’ morto qualche ora dopo.

    Mi sento di dire “VERGOGNA!” ad una associazione che si permette di scegliere tra chi deve vivere e chi deve morire. Queste cose non dovrebbero accadere in una struttura che si presenta come un centro toscano di recupero avifauna selvatica, soprattutto quando non esisteva nessuna giustificazione legata alla carenza di fondi, essendomi offerta di pagare le spese necessarie.

    Un caro saluto a tutta la redazione,

    Monique

    Posted by Monique | 26 Agosto 2013, 14:39
  2. Non si tratta di antipatia per i piccioni, si tratta di evitare che aumentino spropositatamente, imbrattando monumenti ed edifici e diventando portatori di gravi malattie. “Salvare” un piccione come avete fatto voi, significa andare contro le leggi della natura e della sopravvivenza.

    Posted by Claudio | 29 Agosto 2013, 16:52
    • Caro Claudio,
      grazie di averci espresso il tuo punto di vista e permettici una risposta, anche per circostanziare meglio il nostro.
      Vorrei che chiedessi a te stesso onestamente cosa faresti se ti trovassi davanti a un animale in pericolo di vita, diciamo un gatto randagio.
      Io credo che l’istinto sia quello di salvarlo, qualsiasi animale sia, questo perché appunto, siamo “umani” nel senso alto del termine, per cui il forte si occupa del debole, per responsabilità, per reciprocità, per rispecchiamento, perché un giorno anche il forte potrebbe essere debole e per tanti altri possibili motivi
      perché la sofferenza e la morte di altri individui sono sempre un dolore intollerabile ed è per questo che rifiutiamo la pena di morte anche quella di un reo confesso.
      C’è chi pensa che quelle che vengono chiamate “leggi della natura” siano un problema per chi si sente “umano”.
      La natura è anche terrore, paura, miseria, malattia, carestia, agonia e morte. L’homo sapiens sapiens da sempre cerca di uscire dall’ordine “naturale” per costruirsi delle garanzie e proteggersi da tale aspetto della natura, l’aspetto che crea panico, incertezza, terrore.
      Ovviamente la Natura è anche molto altro: la nostra capacità di provare empatia per altri viventi fa parte anch’essa dell’ordine “naturale” delle cose, ma quando tu parli di “andare contro le leggi della natura e della sopravvivenza” riferendoti al piccione che abbiamo salvato, immagino che tu ti riferisca all’ineluttabilità della morte e della selezione “naturale”. Ebbene: tale selezione “naturale” – va detto – ci crea un problema.
      Io non riesco ad assistere alla morte di un vivente senza tentare di oppormici, e anche questo è in qualche modo “naturale”, perché la nostra specie ha sempre tentato di salvare la Vita, di preservarla e per farlo ha inventato vaccini e cure e un welfer state e strutture che proteggono: mura, città, ospedali, ospizi, servizi di cura… proprio perché non accetta disinvoltamente la precarietà dell’esistenza, (propria e altrui) e la fame, la povertà, la sofferenza, le epidemie e le carestie,che pure sono tutti fenomeni “naturalissimi”.
      Anche la violenza del forte sul debole è un fenomeno in qualche modo “naturale” ma non per questo lo troviamo accettabile.
      Procedendo nel ragionamento posso aggiungere che magari, mentre questo slancio di assistenza verso le vittime di violenza, malattia, paura, morte, fame, carestie (ecc ecc) ci è stato trasmesso con crescente convinzione verso i membri della nostra stessa specie, non siamo altrettanto abituati ad applicarlo per tutte le altre specie.
      Nella nostra cultura attuale diciamo che ci sono delle gerarchie per cui alcuni animali sono ancora degni di assistenza e altri non lo sono affatto.
      Se il nostro cane si ammala o rischia la vita siamo disposti a fare molto, non è la stessa cosa per dei piccioni o delle rane o dei topi… ma questo è – appunto – quello che discutiamo nel nostro spazio radiofonico, ovvero se sia giusto, se sia accettabile, se non sia da ripensare il fatto di privilegiare alcune specie e disinteressarsi delle altre. In altre parole si discute di “specismo”: una forma di esclusione dai diritti che noi, in modo del tutto arbitriario, agiamo verso i nostri simili ma anche verso le altre forme di vita.
      Tentiamo, per quanto ci è possibile, di mettere in discussione proprio questo arbitrio, cercando di contribuire al superamento di questa “cultura”, nell’ambizione di costruirne una alternativa, che rispetti parimenti ogni forma di vita, ogni individuo vivente, ri-declinando i diritti umani in diritti del vivente.
      E’ ovvio che non potrò io, individualmente, salvare tutti i piccioni e con loro tutti gli umani e non umani che soffrono agonizzano muoiono, ma se una Vita incrocia la mia, e posso fare qualcosa … perché non farlo? in base a quale arbitrario diritto sarei titolata a decidere quale vita valga e quale non valga? Penso di non averne il diritto e penso che allo stresso modo in cui, se il gatto che vive in casa con me piange, corro a verificare qual è il suo problema, allo stesso modo dicevo non voglio, non posso, non mi piace lasciare che il piccolo piccione caduto dal nido venga stritolato da un’automobile che passa.
      (Poi mi chiedo anche se sia poi così “naturale” l’automobile che passa… Non è forse più “naturale” la vita del piccione?)
      Non so se neanche se sia poi così necessario ridurre il numero dei piccioni che vivono nelle nostre città, ma per farlo ci sono anche sistemi cruelty-free che non implicano di lasciare che un cucciolo sfortunato caduto dal nido venga investito da un’auto. Esistono le esche-vaccino che riducono la fertilità per esempio.
      I piccioni sono stati inseriti nelle città dall’uomo per abbellirle. Adesso vengono mal tollerati perché è stato negato loro l’accesso a piccionaie, colombaie e soffitte dei palazzi dove abitavano – sempre per i traffici edilizi umani – e quindi sono costretti a rifugiarsi in posti inadeguati.
      Se la società nel suo insieme desidera ridurne il numero (fosse questo il problema di chi vive nelle città!) ci batteremo affinché questo venga fatto almeno in modo indolore e con un po’ di “umanità”.
      Spero di avere contribuito a farti capire meglio il punto di vista mio e del resto della redazione
      Restiamo animali!
      Camilla

      Posted by Camilla Lattanzi | 3 Settembre 2013, 14:55
      • Grazie Camilla, per questo tuo commento! Ho sempre pensato queste parole, ma difficilmente sarei riuscito ad esprimere questo pensiero in maniera così chiara ed esaustiva…. Come dici tu, restiamo animali!!!!! Grazie ancora.
        Gianluca.

        Posted by Tizy Cana | 3 Settembre 2013, 22:52
      • Camilla buongiorno, mi imbatto oggi casualmente in questa lettera da lei scritta molti anni fa, e non posso non inviare il mio commento: Vorrei avere scritto io tutto quello che lei dice, tanto rispecchia per empatia, compassione, logica e pacatezza il mio stesso modo di sentire le cose. In particolare una frase, che giustifica ogni nostro comune, a volte minimo e risibile intervento per aiutare ogni creatura in difficolta’: ” SE UNA VITA INCROCIA LA MIA, E POSSO FARE QUALCOSA….”
        L’ho sempre pensato e sempre detto. Lei lo ha scritto, ed e’ stato una gioia leggere che altri sentono come me questa esigenza (“missione”..? forse fa sorridere..)
        Non so se mi leggera’ mai, ma mi ha fatto molto piacere conoscerla. Simona

        Posted by simona | 15 Gennaio 2018, 11:19
  3. Ciao a tutti e tutte, concordo pienamente con la splendida risposta di camilla. anche io ho salvato alcuni piccioni – per lo più feriti a causa della crudeltà dei “civili cittadini” – come avrei fatto con qualsiasi altro animale in difficoltà, umani compresi… in caso dovesse servire ci si può rivolegere alla Lipu che ha un centro recupero rapaci in mugello e che si occupa un po’ di tutti i volatili… sono molto gentili e disponibili e non fanno differenze di specie. ecco il link http://www.lipu.it/oasi/oasiDettaglio.asp?50 e ovviamente restiamo animali !!! beatrice

    Posted by beatrice | 4 Settembre 2013, 14:25
  4. Io sono pienamente d’accordo a salvare tutti gli esseri viventi in difficoltà.
    Pensate che per portare via una mosca o una zanzara da casa uso un bicchiere con un foglio di carta per raccoglierla e farlo volare via!!!
    Tuttavia abito nei pressi del Lungarno della Zecca Vecchia a Firenze e la presenza di piccioni è veramente notevole (causa una costante alimentazione da parte di una signora che getta circa 30-40 kg di riso al giorno).
    Spesso quando usciamo le nostre scarpe si riempiono di guano, i nostri vestiti non possono stare 1 ora all’aria aperta….
    Poi credo che concentrare colonie così folte non faccia bene nè a noi nè a loro.
    Talvolta mi imbatto in piccioni morti per la iperalimentazione…
    Sono animali che devono vivere la loro vita andando a trovare cibo così come fa una lepre, un cinghiale, una tortora.
    Quindi non mi sento di condannare l’Assessore, che con il suo provvedimento ha cercato di arginare il fenomeno dell’alimentazione (non della cura dei piccioni).
    Il provvedimento mira a colpire quelle persone che creano il sovraffollamento che, ripeto, credo sia dannoso sia per noi che per gli stessi animali.
    Complimenti per il sito e grazie a tutti per l’attenzione.
    Lunga vita a tutti i piccioni, che sono STUPENDI, come al solito è l’essere umano che rovina tutto!!

    Posted by Giuliano | 17 Ottobre 2013, 22:08
    • Caro Giuliano grazie del commento e dei complimenti che ci mandi
      Per capire quale sia una gestione corretta dei piccioni abbiamo invitato un esperto al convegno contro la caccia che abbiamo organizzato per domenica 27 ottobre. Verrà il veterinario Fabio dall’Osso da Faenza, che collabora con molti Enti locali, a spiegarci quali sono le migliori tecniche per controllare i piccioni senza intervenire in maniera cruenta o in modo eccessivamente soggettivo, come forse fa la tua vicina rischiando di creare una dipendenza nel piccione e con i rischi connessi anche in quanto non è così chiaro cosa effettivamente mangino e cosa effettivamente faccia bene o male ai piccioni. Se puoi venire domenica 27 ci fa piacere, così ci conosciamo. Semmai se ti riesce porta anche la tua vicina di casa 🙂
      Restiamo animali!

      Posted by Restiamo Animali | 18 Ottobre 2013, 13:44
  5. Vicino a casa mia vivono e svolazzano numerosi piccioni.
    Una colonia, circa venti, è solita sostare sui tetti circostanti in cerca di un raggio di sole o semplicemente di un posto dove sonnecchiare in attesa di andare a dormire quando fa buio.
    Le casalinghe del vicinato non parlano d’altro, se non del fatto che i piccioni portino malattie.
    Ormai, visto che tengono tutti sott’occhio, ci si fanno problemi anche a scuotere le briciole della tovaglia sotto al terrazzo, perciò in strada.
    Ogni tanto, in barba alle vecchie comari, lascio delle briciole sul balcone.
    Qualche volta le mangiano, altre non vengono neanche a prenderle.
    I piccioni sono creaturine adorabili, al di là del fatto che possano sporcare con i loro bisogni.
    Ho avuto occasione di salvare un piccolo di piccione abbandonato dalla madre perché con qualche difficoltà a spiccare il primo volo.
    Ho girato veterinari, associazioni per la salvaguardia della fauna, anche la famosa LIPU del Mugello…. senza ricevere un briciolo di aiuto.
    Proprio la LIPU, nonostante mi fossi offerta di pagare per il mantenimento del piccolo fino alla guarigione, mi disse picche.
    Non avevano fondi…
    Se fosse stato un bel rapace si, lo avrebbero preso, ma un misero piccione…
    Ce ne sono tanti, che vada pure a morire ammazzato!
    L’ho curato, nutrito, visto che all’inizio non era in grado di farlo da sé, l’ho coccolato…
    Un bel giorno ha spiccato il volo lasciandomi a bocca aperta e con le lacrime agli occhi.
    Lacrime di gioia.
    Salvare un esserino vivente non ha prezzo.

    Posted by Sara | 11 Gennaio 2016, 19:38
    • Cara Sara, grazie del tuo commento. Quanto alla Lipu, è capitato anche a noi più volte di portare piccioni a Vicchio e siamo sempre stati aiutati nel migliore dei modi. E’ possibile che tu sia capitata in un periodo in cui la Lipu ha rischiato di chiudere l’attività per il taglio dei fondi pubblici, per cui i volontari sono stati costretti a malincuore a respingere quasi tutte le richieste di soccorso. Il centro rapaci di Vicchio svolge una funzione pubblica essenziale e vi lavorano volontari preparati e motivati. Abbiamo sostenuto il centro anche con una delle nostre cene benefit a Settignano. Quando ai piccioni, concordiamo pienamente: sono degli esseri deliziosi, nonostante siano denigrati e discriminati.

      Posted by restiamoanimali | 11 Gennaio 2016, 21:37
  6. Buongiorno

    Per difendere dai veri animali i Piccioni, che sono esseri intelligenti e senzienti, purtroppo, si necessita di una ottima conoscenza delle leggi.
    A quanto sembra il Trattato di Lisbona li difende, i piccioni soprattutto dai Sindaci, i quali invece di prendersi cura
    di loro controllandone in maniera indolore le nascite, tendono ad affamarli, e a colpevolizzare persone sensibili, che invece di loro si occupano. Chi sa, diffonda indicazioni in merito. Chi ci puó aiutare in una così impari lotta contro coloro che semplicemente non vogliono fastidi? Quale ente sarebbe disposto a tutelari i diritti dei Piccioni?

    Posted by Xevy | 7 Marzo 2017, 16:17
  7. Salve , sono di Prato e ho bisogno se possibile del vs. aiuto per alcuni colombi.

    Sono esattamente 6, in pratica 3 coppie, manon di quelli grigi e neri che si vedono in città.

    Era da tempo che li vedevo chiusi in gabbie strettissime sulla terrazza di cinesi che abitano sotto a me.Poichè ho immaginato che fossero destinati alla vendita e alla macellazione ho chiesto a questi signori cinesi alcune informazioni e avendo capito che erano in pericolo, oltre che tenuti malissimo, praticamente glieli ho comprati pur di strapparli a quel triste destino.

    E’ passato quasi un anno e forse più da allora e li ho tenuti con me e curati e allevati come potevo,sono in maggioranza bianchi e marroni, ma non so di che razza.Purtroppo hanno ancora dei problemi alle zampe, dovuti alle condizioni in cui eraano tenuti,ma soltanto 3 di loro, a chi manca una falange e ha un altro dito praticamente curvato, chi invece forse dalla nascita ha una zampa deviata lateralmente e un’infezione ad un dito dell’altra, e infine una femmina che ha perso diciamo l’uso di una zampa per un’infezione alla pianta del piede che è degenerata.Ma sono tutti autosufficienti, volano e camminano comunque.Li ho tenuti praticamente sempre liberi nella corte di casa e devo dire che sono buonissimi e abituati ormai alla presenza dell’uomo. E hanno ricevuto le cure e l’amore che si meritavano.

    Il problema attuale , per il quale mi rivolgo a voi è che devo andar via di casa a breve e dove andrò non ho lo spazio e la possibilità di continuare a tenerli,perchè si tratta di un monolocale e in un condominio, sempre a Prato e non me lo permettono.

    Ho cercato degli allevatori che potessero prenderli ma pur avendoli trovati non mi è sembrato il caso di darli via e metterli in gabbie con molti altri, a parte il fatto che chi li alleva non è disposto a star loro dietro come faccio io, e a dare un’occhiata ogni tanto alle loro zampe.

    Perciò mi hanno consigliato di sentire la Lipu o associazioni vegane cioè se potreste prenderli, ma non certo per liberarli (non avendo mai vissuto liberi all’aperto non credo se la caverebbero). So che curate uccelli selvatici per poi liberarli, ma credo che magari abbiate anche degli ospiti fissi,quindi vi chiedo un posticino per queste 6 povere creature che ripeto sono dolcissime e dalle quali mi costa tanto separarmi per l’amore che ho messo nel salvarli e accudirli. Sono 3 coppie come ripeto e i piccoli che sono nati li ho dati via a persone che ho ritenuto idonee e motivate.

    Spero che mi darete un riscontro a questa mio appello ,ho cercato di chiamare un numero che ho trovato su internet ma non mi ha risposto nessuno.

    Attendo perciò una risposta perlomeno via mail, perchè la cosa è urgente , a breve infatti traslocherò.

    grazie

    M. Fino

    Prato

    cell. 3389617692

    Posted by MARIO FINO | 29 Maggio 2018, 21:00

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