Approfondimenti

Il prezzo pagato da Cecil e i suoi fratelli

Dedichiamo un pensiero a Cecil, il magnifico leone ucciso la settimana scorsa in Zimbabwe da un dentista statunitense, tale Walter Palmer. La notizia della sua uccisione ha fatto il giro del mondo grazie a una serie di coincidenze: il fatto che Cecil fosse l’animale simbolo del Hwange National Park, che la sua uccisione sia avvenuta in modo illegale e infine per la rapida scoperta del suo assassino.

 

La commozione per Cecil è stata universale e così la riprovazione per il dentista di Minneapolis, ma il vero scandalo di questa vicenda riguarda i tanti Cecil dei quali non si parla. La caccia ai leoni, agli elefanti, agli altri animali selvatici dello Zimbabwe è un fatto quotidiano, un lusso legale per cacciatori danarosi, che arrivano da tutto il mondo nel paese africano, la ex Rodhesia,  sottoposto da decenni a una dura dittatura.

 

Cecil è leonstato ucciso al di fuori degli spazi autorizzati, ma la caccia al leone in Zimbabwe è ammessa, perché tutto ha un prezzo. La caccia è un divertimento che sembra capace di unire aspetti medievali – come la caccia guidata dagli inservienti, che portano la preda così vicino al sovrano, pardon al dentista, in modo che sia impossibile sbagliare: è quanto avvenuto con Cecil – e aspetti perfettamente contemporanei, come il consumismo d’alto bordo spinto fino al gusto di abbattere prede altrove proibite, in una sorta di neo-colonialismo che relega paesi come lo Zimbabwe a riserva di caccia per la piccola borghesia arricchita dall’economia globalizzata.

 


Sembra che lo Zimbabwe chiederà l’estradizione di Palmer per poterlo processare, ma intanto la caccia continua e la sottomissione dello Zimbabwe (come di altri paesi africani) alle leggi del mercato venatorio e del neocolonialismo  viene pagata ogni giorno da Cecil e dai suoi fratelli.

Discussion

3 Responses to “Il prezzo pagato da Cecil e i suoi fratelli”

  1. Riporto la mia lettera in contraddittorio alla risposta del Direttore de “La Nazione” ad un lettore che poneva la questione:
    “Caro” (si fa per dire..) direttore, sono scandalizzata dalla risposta che dà sulla Nazione di oggi al lettore Sig. Marino Giovannelli di Pisa a proposito dell’uccisione del leone Cecil e ciò a cominciare dal titolo! A quale ipocrisia si riferisce?? Nessuna ipocrisia ha animato le manifestazioni di protesta per quella morte crudele e barbara ma sincero dolore e compartecipazione al dramma di questa barbara esecuzione. Barbara sì e questa barbarie non si può comprare con nessuna moneta, come invece desumo che lei ritenga possibile visto che adduce come “discolpa” il fatto che il “cacciatore ha pagato 50 mila dollari”. Quindi lei ritiene che basta pagare e questo lo autorizza a seminare dolore, morte e distruzione di un patrimonio che, per legge naturale, appartiene a tutti noi? Questa sua sì che è ipocrisia, quando poi in altri momenti ci si riempie la bocca sulla “bellezza della natura e della sua necessità di preservarla”. E cosa c’entra poi che in Africa “periscono di fame migliaia di bambini, l’Aids passa di padre in figlio e si vivono drammi di povertà disamani””? Questo è colpa di chi ama gli animali o degli animali stessi che, per primi sono proprio loro vittime delle cattive politiche, dell’ingordigia, dell’avidità, dell’ignoranza e della stoltezza umana?

    E poi basta con il ricorrente “benaltrismo”! Ci sarà anche ben altro di cui occuparsi ma a me sembra che in realtà ci si occupi davvero poco di tutto, a cominciare da quelli che criticano sempre l’impegno degli altri, in qualunque direzione sia diretto! Lei direttore si occupa dei bambini in Africa, manda loro dei soldi, fa articoli sui malati dei Aids, sulle politiche accaparratrici dei capi politici dei paesi africani o è solo bravo a sminuire l’empatia e lo sdegno di tante persone per una morte che poteva benissimo essere risparmiata, visto che aveva il solo scopo di far “divertire” quel buzzurro americano?

    Posted by Sabrina Parretti | 6 Agosto 2015, 17:03
  2. Cara Sabrina, ho letto la lettera del direttore de LA NAZIONE e la tua risposta, vergognosamente censurata http://www.lanazione.it/lettera-leone-re-cecil-1.1202691 Che dire? LA NAZIONE ci ha abituato al peggio, demonizzando le persone vegan, dando largo spazio alla nobile ars venandi, celebrando la sperimentazione animale… Il direttore ha perso un’altra buona occasione per stare zitto: le sue riflessioni sono frutto di quella superficialità che non aiuta nessun essere, umano o non umano che sia. E’ una consuetudine che coloro che si scagliano contro chi difende i diritti degli animali non fa nulla per difendere i diritti degli esseri umani. Ed è ancora più grave pensare che i diritti degli uni e degli altri siano in contraddizione. Il peggior modo per risolvere un problema è spostare l’attenzione su un altro perché in questo modo non si risolve né l’uno né l’altro.

    Posted by Paola Re | 8 Agosto 2015, 11:14
  3. POVERO ANGELO, cotanta bellezza e Nobiltà d’Animo, non hanno prezzo. Pagare? pagare cosa? LA MORTE di un Essere Vivente che anche a chi non è Animalista fa orrore. E’ tutta la storia che c’è intorno che scuote gli Animi. Al 90% degli esseri umani sono sicura che dispiace, dispiacerà anche a tanti cacciatori. La natura va preservata per tutti, soprattutto per chi verrà. Io soffro, avrei sofferto anche se fosse stato un topolino anonimo… ma questa è un’altra storia.

    Posted by ILAVEG | 10 Agosto 2015, 12:06

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