Approfondimenti

L’orrore dei piumini, il caso Moncler, la posizione di Coop

A proposito del “caso Moncler”, nato dopo l’inchiesta della trasmissione Report, pubblichiamo una presa di posizione di Restiamo animali, la lettera dell’associazione Gabbie Vuote e la risposta di Coop.
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ocheDopo la trasmissione Report la Monclear ha perso subito il 5% in borsa

le persone sono rimaste giustamente inorridite davanti all’evidenza delle atrocità che permettono a Remo Ruffini di guadagnare milioni di Euro ogni anno
I suoi guadagni sono fatti a spese di altri viventi: le oche e le povere donne sfruttate per spennarli, esattamente come un tempo avveniva per i latifondisti che guadagnavano sul lavoro degli schiavi umani.

La condizione degli animali e quella degli umani è infatti irriducibilmente legata: per questo ha senso chiedere la fine di ogni schiavitù e l’apertura di ogni gabbia.

Ma per imbottire giacconi e trapunte esistono materiali innovativi tecnologici e cruelty-free: per esempio riciclando bottiglie di plastica è possibile ottenere un’imbottitura tecnica avanzatissima: si chiama Primaloft.
E’ sempre più evidente l’arretratezza morale etica e tecnologica della Monclear: soldi facili, fatti a spese della schiavitù e del dolore altrui. Un  giornalismo serio dovrebbe dare spazio alle alternative tecnologiche che esistono e agli imprenditori diversi, sensibili, etici, che offrono alternative ecologiche alla mostruosa indicibile sofferenza degli animali e delle persone che sono costrette per bisogno a torturarli

qui due esempi
QUAGGA
SAVE THE DUCK

Un’imprenditoria diversa, etica ed ecologica è possibile. Basterebbe farla conoscere.

la trasmissione radiofonica Restiamo animali

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LA LETTERA DI GABBIE VUOTE A COOP

Gentili signori
abbiamo visto sull’ultima puntata di Report come viene ottenuto il tanto decantato piumino d’oca bianca ungherese http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-3e1844c1-87db-4948-b074-3715bb98e66a.html  e siamo rimasti inorriditi.
Questa forma di crudeltà e di insensibilità verso la sofferenza di esseri viventi destano raccapriccio nella maggior parte delle persone  e la Coop dovrebbe tenerne conto nelle sue politiche di vendita. Spiumare le oche vive è come strappare le unghie a una persona, una tortura, mentre secondo l’art. 13 del Trattato di Lisbona dell’Unione Europea,  gli Stati membri dovrebbero tener pienamente conto, nelle loro pratiche, del benessere degli animali in quanto esseri senzienti. 
Ma sappiamo purtroppo che,  nonostante leggi, etica, compassione e coscienza, la barbarie dell’uomo non ha limiti, soprattutto considerando che la usa anche quando può eliminarla facilmente perchè, nel caso delle imbottiture, esistono in commercio tanti tessuti sintetici, caldi e leggeri che possono difenderci dal freddo.
Soprattutto ci meravigliamo che la Coop, la quale si presenta con una politica di forte connotazione etica, che è attenta alla solidarietà locale e internazionale, si preoccupa fin dal 1984 di contenere l’impatto ambientale dei propri prodotti,  promuove il volontariato, intende educare ai doveri/diritti civili, è disponibile all’ascolto, partecipa a progetti comunitari a favore del cruelty free con numerose iniziative quali l’inserimento di regole sul benessere animale nei propri capitolati di produzione tramite disciplinari, diventando la prima catena distributiva italiana ad essere inserita nell’elenco ufficiale delle aziende certificate dolphin safe, che dal 2005 non testa su animali i suoi prodotti cosmetici, che ha escluso dalla vendita pellicce naturali, uova di galline di batteria, fegato d’oca, ecc.ecc. , abbia trascurato di bandire dal suo catalogo quelle trapunte e guanciali imbottiti di piumino di oca bianca ungherese (pag. 43) e di anatra (pag 35) ottenuti con tanta sofferenza degli animali e indegnità degli uomini.
Ci auguriamo che la Coop avanzi sul percorso etico intrapreso tanti anni fa,  che lo rappresenti e diffonda con volantini informativi e che, nel caso dei piumini d’oca e d’anatra, decida di ritirarli dai suoi supermercati.
Cordialmente
Mariangela Corrieri
Presidente Associazione Gabbie Vuote Firenze

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LA RISPOSTA DI COOP

oche2L’impegno di Coop si è concretizzato con l’adesione a diversi progetti finalizzati anche alla tutela di altri animali. Si stanno moltiplicando le testimonianze che mettono in evidenza le condizioni inaccettabili di allevamento degli animali da pelliccia, prevalentemente concentrati in Estremo Oriente, area divenuta in pochi anni la più grande produttrice ed esportatrice al mondo del settore.

In questi paesi, spesso, non esistono norme che tutelino gli animali allevati o che regolino i sistemi di uccisione e di scuoiatura. Sono anni che Coop richiede ai propri fornitori che i prodotti trattati siano rispettosi della convenzione di Washington, che protegge tutti gli animali in via di estinzione, estendendo tale impegno anche agli nonché gli animali domestici (cani e gatti).

 

A fronte di questa attuale situazione produttiva, documentata dalla LAV, Lega Antivivisezione, e da altre organizzazioni internazionali, Coop ha voluto inviare un segnale forte di non accettazione di queste realtà, e dal febbraio 2006 ha pertanto deciso:

• la completa esclusione dalla vendita delle pellicce naturali e il passaggio alle pellicce sintetiche

• l’inserimento di queste regole nei contratti commerciali, con richiesta di dichiarazioni specifiche di conformità e di provenienza delle pelli

• l’impostazione di piani di controllo per verificarne il rispetto

 

Nel 2012 Coop ha inoltre preso posizione per quanto riguarda la spiumatura di animali vivi. Questo sistema di raccolta delle piume, causa dolore e altre forme di sofferenza agli animali, quali sanguinamento e danni alla pelle, oltre che cambiamenti di postura (ad es.ali appese) e ossa rotte o lussate. Tale pratica è vietata in Italia, mentre non è vietata l’importazione di capi ottenuti con tali metodi.

 

Tutti i prodotti tessili d’abbigliamento a marchio Coop sono privi di piume d’oca o anatra. Per quanto riguarda i prodotti tessili per la casa, sono presenti in assortimento alcuni articoli contenenti piume di anatra e oca, per i quali sono state richieste garanzie ai fornitori affinché le piume non siano raccolte attraverso tale pratica.

 

Sempre inerente il settore abbigliamento, Coop ha anche chiesto ai fornitori l’esclusione di lana ottenuta con pratiche dolorose come ad esempio il mulesing, eseguito soprattutto negli allevamenti di lana merino e che comporta, per le pecore, il taglio della coda e la rimozione di porzione di cute senza anestesia.

 

Nella speranza di averle risposto in maniera esauriente, restiamo a disposizione per qualsiasi altra necessità di chiarimento.

Cordiali Saluti

Servizio Assistenza Clienti

Direzione Qualità

Coop Italia

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