Digiuno a staffetta

3/2/13 – Il mio digiuno. Pretendere il rispetto dei diritti

“Trovo che più una creatura sia indifesa più abbia diritto di essere difesa dagli uomini dalla crudeltà degli altri uomini”, Gandhi

Faccio senz’altro mie le parole di Gandhi. Il rispetto dei deboli, e tra questi gli animali, è questione di diritto, non gentile concessione di qualche potente. L’amore non si può imporre né pretendere, ma il rispetto dei diritti si. L’amore per gli animali è qualcosa di insito nell’animo di chi ce l’ha, ci si nasce ed è scritto nel dna.
Per quanto mi riguarda credo che probabilmente la mia parola sia stata cane, e non mamma… Ricordo che da bambina avrei voluto fortemente un cane, che i miei non mi lasciavano tenere, ed io portavo a spasso i cani dei vicini e il pomeriggio facevo in fretta i compiti per andare  a casa della signora del piano di sopra per giocare col suo cane: in quei momenti ero davvero felice e mi sentivo la bambina più fortunata del mondo.

fine di un giorno di digiuno

Poi a 14 anni ho avuto un problema di salute piuttosto serio, ed in quella occasione avrei potuto chiedere ai miei qualunque cosa: ovviamente ho chiesto di poter prendere un cane, che stesse con me nelle lunghe giornate chiusa in casa. Ed è arrivato Snoopy: dolce batuffolo nero di 45 giorni. Mi ha accompagnata sempre, in tutte le cose che ho fatto: sono cresciuta, ho studiato, ho lavorato, mi sono sposata, sono diventata mamma e lui è sempre stato con me. Poi mi ha lasciata perché anche lui, come tutti i cani, aveva un solo difetto: una vita troppo breve rispetto alla nostra.

E’ arrivato Blacky: riscattato ad un anno di età da una famiglia dove era maltrattato ed è stato il miglior compagno di giochi di mia figlia ed ha seguito tutta la sua crescita. Nel suo ultimo anno di vita la famiglia dei pelosi è aumentata: ho trovato Spino, recuperato a sei mesi di vita in coma da un cassonetto: letteralmente massacrato dalle botte del suo ex proprietario. Interventi chirurgici ed immobilità per due mesi e oggi è uno splendido cane di sette anni e mezzo.

Poi è arrivato Pedro: cucciolo gettato in un cassonetto nel giorno della nascita, con me da quattro anni. Poi è arrivata Aurora: la strada, la solitudine, l’investimento da un’auto, il canile… E poi a casa con noi.

E’ passato tanto tempo, sono cambiate per me tante cose: mia figlia non è più una bambina da riprendere a scuola col cane al guinzaglio, il mio matrimonio è finito tristemente, ma i cani ci sono sempre: da quel giorno lontano in cui io, ragazzina furba chiusa forzatamente in casa chiesi ai miei genitori “per favore, ora posso avere un cane??” la loro presenza è stata per me una certezza.

Chi, come me, ha avuto l’opportunità di sapere cosa significhi vivere con i cani e che mondo meraviglioso vive in loro non può tollerare l’dea che essi possano essere maltrattati: se c’è un essere che merita riconoscenza e rispetto per quel che riesce a dare questo è il cane, ed affrontare un giorno di digiuno per gridare forte e chiaro quel che meritano e quanto dobbiamo loro è davvero ben poca cosa.
Chi mi conosce bene non si è stupito di questa scelta mia e di chi la pensa come me, chi meno ha fatto spallucce come per dire:si vede che non hai cose serie a cui pensare, e Dio solo sa quanto questo sia lontano dalla realtà!!

Qualcuno pensa anche che questo nostro modo di agire sia dettato da desiderio di protagonismo, ma io chiedo: è protagonismo passare i giorni di festa facendo volontariato in un canile e pranzando con due mele seduti sul bidone dei croccantini mentre i cani sgambano? Oppure fare 12 ore di piazz o sotto la pioggia per parlare dei diritti degli animali? Oppure infilarsi per ore in una gabbia con un costume da tigre addosso davanti al botteghino di un circo che utilizza animali per rivendicare la loro libertà negata? Oppure correre con la propria macchina per rispondere alle emergenze per animali incidentati cui nessuno risponde?

No, non è protagonismo, è empatia e io dico: beato chi ce l’ha, ti fa soffrire ma ti rende un essere umano migliore…
Il mio giorno di digiuno volge al termine, ed io sono felice di aver fatto anche questo: tra le tante cose che ho fatto per gli animali questa mi mancava!
Antonella Agostini, Montesilvano – Lav Pescara

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