Puntate

10/10/13 – Le vittime umane della caccia

Con la puntata di giovedì 10 ottobre 2013 riprende il consueto orario invernale: una “pillola” di cinque minuti il giovedì mattina intorno alle 9,55 e la puntata di mezz’ora la domenica alle 12.

Nella puntata di giovedì 10 – la numero 116 – intervistiamo Maurizio Giulianelli, vice presidente dell’Associazione vittime della caccia, che traccia un bilancio del sangue umano versato nel primo mese della stagione venatoria e indica i provvedimenti normativi necessari per garantire la sicurezza dei cittadini.

Giulianelli ricorda che i sindaci hanno la possibilità di intervenire con delibere di divieto alla caccia al fine di proteggere l’incolumità dei cittadini.

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caccia8COMUNICATO STAMPA ASSOCIAZIONE VITTIME DELLA CACCIA 2 ottobre 2013

20 vittime per mano dei cacciatori: 2 morti e 16 feriti dal 1 settembre al 2 ottobre!
Caccia: Settembre si chiude con una strage (annunciata, tra l’altro).

Ottobre segue con pari, tragiche aspettative, visto l’inizio. Vergognoso e colpevole silenzio dei media e degli Enti preposti.
Orrore, indignazione, rabbia, raccapriccio, queste le sensazioni a scorrere le recenti rassegne stampa che riportano i fatti di cronaca nera di cui sono stati autori i detentori di armi ad uso caccia.” Gente violenta questa, che non si preoccupa del prossimo e anzi, con protervia, continua imperterrita a violare le norme di sicurezza previste, sia dalla legge 157/92 sulla caccia, sia dal  Testo unico di Pubblica Sicurezza (TULPS).
Eppure, da anni, la nostra Associazione ha dimostrato come sia quasi impossibile sparare in Italia, visto che le gittate delle armi sono quasi sempre superiori alle distanze tra una casa e l’altra o da una strada.  Per questo motivo riteniamo responsabili tutti coloro che dovrebbero vigilare e non intervengono quando le persone allarmate chiedono i controlli, o intervengono quando i cacciatori sono già a casa!” dichiara Daniela Casprini presidente dell’Associazione Vittime della caccia, che continua: “L’orrore del terribile ferimento del raccoglitore di funghi Antonio Pupo durante una battuta di caccia in provincia di Catanzaro, che non ha neppure ricevuto soccorso da chi ha sparato,  è emblematico di quella che i cacciatori chiamano etica venatoria.
Non di meno l’ultima notizia del 2 ottobre, in cui risulta evidente l’atteggiamento inconsapevole ed irresponsabile di un cacciatore a Pandino, in provicia di Cremona, che ha sparato verso una finestra e ha colpito una bambina alla gamba mentre era nella sua cameretta. Oppure l’ultimo caso di femminicidio a Caltagirone, dove un cacciatore ha ucciso la moglie e ferito il figlio sparandogli da pochi metri. Chi ha rilasciato il certificato medico a quest’uomo visto che soffriva di problemi psichiatrici?

Basta, non se ne può più di sentire queste storie, come se fossero fatti normali e inevitabili vengono taciuti sistematicamentei. Le province e le regioni, nella pianificazione del territorio cacciabile, devono escludere nel modo più assoluto tutte le zone antropizzate, applicando concretamente le distanze di sicurezza previste dalla legge. Perchè è oramai ampiamente dimostrato che i cacciatori da soli non si regolano di certo.
Perché non lo fanno? Semplice, perché emergerebbe chiaro che in Italia la caccia è praticamente impossibile da esercitare, se non in aree davvero isolatissime. I fucili a canna rigata, usati per uccidere ungulati, invece non troverebbero più gli spazi idonei per sparare visto che portano gittate di alcune migliaia di metri! E questo i cacciatori lo sanno benissimo. Continuiamo a far finta di niente? Lasciamo dei potenziali assassini in giro per le nostre campagne con tanto di licenza?

Chi sono coloro che hanno prodotto tutti questi feriti e morti se non delle persone irresponsabili e pericolose per tutti i cittadini pacifici? Aspettiamo azioni di repressione e controlli mirati che scoraggino certi comportamenti omicidi, per non arrivare a fine stagione con oltre 100 vittime come nelle stagioni precedenti. Scriveremo al Presidente della Repubblica Napolitano, affinché attivi quanto di sua competenza per fermare in qualche modo l’ennesima strage annunciata. Non c’è crisi di governo che giustifichi la fucilazione di gente inerme che con la caccia e le armi non c’entra proprio niente”, conclude Daniela Casprini.

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