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Puntata di giovedì 22 novembre 2012

VI RACCONTIAMO UN CAMPO ANTIBRACCONAGGIO DEL CABS CHE SI STA SVOLGENDO IN QUESTI GIORNI NEL SULCIS, IN SARDEGNA

Che senso ha far morire impiccato a un cappio in crine di cavallo un magnifico pettirosso? Perché viene fatta strage di innocenti e innocui tordi? Oltre al gusto dell’orrore, cosa muove le carabine a puntare verso dei minuscoli pennuti che arrivano stremati alle nostre coste dopo una faticosa migrazione dal nord africa?

Ne parliamo con Giovanni Malara, uno di quei rari personaggi onesti e schivi, che, rifuggendo da qualsiasi clamore mediatico, svolgono un ruolo dall’incalcolabile valore civico e sociale. Nato a Reggio Calabria, Giovanni ha un risveglio in giovane età, quando, nella sua città, vede le carabine puntate dalle finestre delle case contro i migratori che – stremati – arrivavano in volo dal nord Africa. Decide quindi di impegnarsi in una battaglia al bracconaggio, un fenomeno diffuso in tutta Italia e purtroppo ancora troppo tollerato, che prevede magre onorificenze ma che ha un valore ecologico immenso, di cui è consapevole solo chi è bene informato.
Giovanni collabora con svariate associazioni italiane ed europee. Oggi assieme ad altri volontari si sta impegnando nel Sulcis, (vicino a Cagliari, in Sardegna) in un campo antibracconaggio con l’associazione tedesca CABS, che organizza tantissimi campi in Europa per combattere l’insensato sterminio dei pennuti in corso.
Questi campi consistono in lunghe passeggiate nei boschi, ma sono tutt’altro che passeggiate spensierate: c’è da piazzare telecamere, da smantellare reti, da disinnescare trappole, eppoi da osservare i filmati, andare dai carabinieri, sporgere denunce, eseguire ricerche, pubblicazioni, perizie tecniche, riconoscimenti, pedinamenti, appostamenti, cogliere in flagranza di reato bracconieri armati e pronti a tutto, quindi è importante agire in gruppo, guardarsi alle spalle, sorvegliare le automobili… e a volte tutto questo non basta.

Abbiamo intervistato Giovanni proprio nel momento in cui aveva scoperto che un pneumatico della sua auto era stato squarciato: è il minimo che possa accadere durante le azioni sul campo, perché i bracconieri sono persone senza scrupoli, che hanno molto da perdere e che non accettano che venga turbata la silenziosa illegalità nella quale operano. Insomma ai campi anti-bracconaggio non ci si annoia e se si amano sia la natura che l’avventura, questa è l’esperienza che fa per voi.

Le cifre in ballo sono incredibili: il piatto tipico (e proibito) che i ristoratori sardi continuano impunemente a commerciare, consiste in uno spiedino con 8 tordi, o 7 tordi e 1 merlo, e costa circa 100 Euro. In condizioni climatiche favorevoli si arrivano a catturare, con metodi illegittimi come trappole o chilometri di reti invisibili poste nei luoghi di valico, anche 300.000 o 500.000 uccelli a stagione. Fate voi i vostri calcoli: 300.000 diviso 8 fa 37.500 spiedini, per un totale di 3.750.000 Euro.
E sapete a quanto ammonta la pena comminata al bracconiere colto in flagranza di reato? Praticamente un divieto di sosta…

Di tutto questo si parla troppo poco: che ruolo hanno gli uccelli nel nostro ecosistema? Perché il loro sterminio, oltre a essere barbaro ed eticamente inaccettabile è anche autolesionista da un punto di vista ambientale? Sono argomenti relegati ai siti internet per amatori, e che invece è giunta l’ora di portare all’attenzione di tutti, anche perché la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato, quindi è un bene comune da tutelare.
La redazione di Restiamo Animali afferma che i bracconieri siano da considerarsi al pari di ladri e assassini, ma la giurisprudenza è in ritardo e la strage continua… e di questo passo non ci sarà nemmeno più modo di salvare il salvabile!

CABS ANTIBRACCONAGGIO
ALCUNI RIFERIMENTI
http://www.komitee.de/it/start
http://www.komitee.de/it/antibracconaggio

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