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23/8/2012 – Lettera ai consiglieri regionali sul manifesto “Cacciatori brava gente”

Il testo della lettera inviata da Lav Firenze ai consiglieri regionali, in merito al manifesto pubblicitario affisso a Firenze da Federcaccia

Gentili signori trovo offensivo ed insultante il manifestone di Federcaccia “Cacciatori gente seria” 
uno “sport” che comporta uccisione di animali selvatici, schiavitù di cani allevati unicamente a questo scopo, inquinamento con pallini e bossoli delle campagne (che la Regione dovrebbe tutelare e preservare) e molteplici morti ogni anno per quelli che non possono più venire chiamati “incidenti”, mi pare incivile e diseducativa. Certo, voi penserete che nel libero mercato tutto ciò che non è vietato è lecito. Quindi è questione di tempo, prima o poi ammireremo le nostre città tappezzate di manifesti pubblicitari di fucili e pistole Beretta. Pensiamo che sia giusto e moralmente neutro pubblicizzare polvere da sparo? A quando una bella campagna sulle mine antiuomo a grappolo? La Regione può solo assistere inerme a queste barbarie? Possibile che non abbiate nulla da dire e fare a riguardo?

Per restare sul tema dei cacciatori faccio notare a chi di voi non lo sapesse che il nuovo calendario venatorio della Provincia di Firenze, delegato dalla regione Toscana e approvato in tutta furia solo il 31 luglio, con alcune modifiche imposte dalla regione stessa (su pareri Ispra) , ha avuto la sua attivazione già dal giorno successivo, ovvero il 1° agosto. Da quella data, infatti, possono essere abbattuti (uccisi):
– Caprioli, indistintamente maschi femmine e piccoli, fino al 30 settembre per ripartire poi con le uccisioni anche a febbraio e marzo 2013 ;
– Daini, Cervi, Mufloni (inclusi piccoli) soppressi senza interruzione anche a ottobre, novembre, dicembre.
Quindi, per quanto riguarda gli ungulati, questa è la risposta della Regione alla problematica relativa ai danni ai vigneti e alle altre colture agricole.
Di fronte al continuo aumento di “classi sociali” di ungulati interessate dagli abbattimenti, compresi i piccoli o le femmine gravide,  non si può, crediamo, parlare più di caccia di selezione bensì di caccia di massa. Di una caccia spudorata che si rivolge a mamme e cuccioli. Cade a proposito la frase di Ovidio “la violenza contro gli animali è il tirocinio della violenza contro gli uomini”.  Ma, si sa, lo specismo fa gola a chi di specismo si nutre, “the rest is silent”. La “gente seria” è seria anche nello sterminare. La “gente seria” declama parole che smentisce nei fatti.  E’ sul podio e recita la parte.

Il 90% dell’intero calendario  riguarda la caccia agli ungulati divenuta ultima frontiera dell’attività venatoria, come avevamo previsto da tempo. Le specie selvatiche ambite storicamente dall’attività venatoria, quali fagiani, lepri, beccacce, sono ormai rappresentate nella maggior parte dei casi da animali di allevamento che vengono continuamente immessi nel territorio ma che sopravvivono mediamente pochi giorni  poiché nati in cattività e non abituati allo stato selvatico. Quindi occorrono nuovi e più sostanziosi bersagli.  Si sparerà, come sempre, senza avere un censimento preciso e scientifico, assolutamente necessario per la caccia di selezione; gli ATC non hanno al loro interno personale in grado di gestire i censimenti, si affidano unicamente al pathos e all’emotività dei soli cacciatori.

Gli esperti, gli specialisti, i naturalisti, gli scienziati sono fuori dal coro degli arruolati.  È curioso inoltre parlare di “caccia programmata” quando questa si svolge unicamente in stato di continua “emergenza”. L’emergenza (caso sporadico) e la programmazione (caso permanente) si contraddicono a vicenda  dimostrando ancora una volta quanto siano serie le enunciazioni di chi lavora per la “gente seria”.

 

La Regione ha ormai stabilito la linea politica di vivere in emergenza e di non affrontare la questione ungulati in maniera autorevole, coinvolgendo le Università, assumendosi finalmente una responsabilità verso tutta quella collettività (agricoltori e singoli cittadini) che è interessata ad una ricerca  scientifica e non all’implementazione della caccia. Dobbiamo anche tenere presente che la caccia agli ungulati viene effettuata con armi a canna rigata (carabine monocanna o pluricolpo a canne sovrapposte o  semiautomatiche), le quali hanno una portata fino a circa 900 metri, armi che, se non usate con la dovuta perizia, possono causare gravi incidenti, vista la loro enorme portata. Questo aspetto non è secondario, considerato il numero dei morti, dei feriti e degli invalidi permanenti umani riscontrati ad ogni stagione venatoria 141 dal 2 settembre 2010 al 31 gennaio 2011). In ultimo, ma non ultimo, ci domandiamo se, in un periodo di profonda crisi economica, quando padri e madri di famiglia perdono il lavoro, non riescono a mantenere degnamente i propri figli, vedono servizi, scuola e sanità inesorabilmente tagliati,  i finanziamenti che la munifica Regione Toscana, tramite i Piani Agricoli Regionali, rifonde ogni anno alla caccia, sia moralmente concepibile. Ci domandiamo molte cose ma sempre nel silenzio della democrazia.

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