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16/12/12 – Speciale Natale: associazioni di ricerca

A cura di Valentina Reggioli dal sito Agireora

rsa_base_300La ricerca biomedica “di base” e’ quella non finalizzata alla produzione e messa in commercio di un farmaco, un cosmetico o una sostanza chimica in generale, ma e’ “tutto il resto”, cioe’ quella ricerca che studia le cause e gli effetti delle malattie, piuttosto che il funzionamento di certi processi bio-chimici, piuttosto che gli effetti del cibo sulla salute, ecc.
Quel che si e’ notato in questi ultimi anni, stando alle ultime statistiche del Ministero della Salute in merito al numero di animali usati come cavie di laboratorio, e’ che vi e’ stato un incremento, decisamente elevato, del 40%, nell’uso di animali nella ricerca di base. Pessima notizia, ovviamente.
Questo aumento nell’uso di animali nella ricerca di base è stato pagato coi nostri soldi. E’ stato svolto nelle università – sovvenzionate con denaro pubblico, delle nostre tasse – e presso i laboratori delle associazioni per la ricerca medica che chiedono ogni anno l’aiuto di tutti i cittadini “di buon cuore” con le loro maratone televisive e altri eventi di raccolta fondi. Parte di questi soldi non vanno dunque ad aiutare i malati, con una vera ricerca medica, ma vengono spesi per fare “ricerca” su malattie fasulle create artificialmente su una specie diversa da quella umana.

Le associazioni per la ricerca medica
La maggior parte delle associazioni per la ricerca medica utilizza una parte rilevante dei fondi raccolti per finanziare la vivisezione. Non fatevi ingannare dal fatto che loro preferiscano chiamare la vivisezione “ricerca in vivo”: sempre vivisezione e’, perche’ la vivisezione e’, per estensione “qualunque tipo di sperimentazione effettuata su animali di laboratorio che induca alterazioni a livello anatomico o funzionale, come l’esposizione a radiazioni, l’inoculazione di sostanze chimiche, di gas, ecc.” [Dizionario De Mauro, ed. Paravia]. E come ovviamente l’induzione forzata di malattie, o addirittura la selezione genetica di animali malati o con maggior probabilita’ di sviluppare certe malattie.
Per fortuna, un’altra parte dei fondi e’ invece dedicata alla vera ricerca medica, cioe’ studi clinici, epidemiologici, studi in vitro, sviluppo di nuove tecnologie per la diagnosi precoce, ecc. Se non fosse per questo, non vi sarebbe progresso medico.
Quel che occorre fare e’ convincere queste associazioni ad investire il 100% di quanto raccolto nella vera ricerca medica, ed eliminare TUTTI i finanziamenti a studi di vivisezione! Cosi’ ne trarrebbero vantaggio tutti: i malati, la scienza, gli animali.

Come scegliere
Chi finanzia la vivisezione
Le associazioni piu’ note che finanziano la vivisezione sono:

Ma anche associazioni piu’ piccole molto probabilmente la finanziano, quindi, prima di fare una donazione, occorre richiedere una dichiarazione scritta che attesti che quell’associazione non finanzia, ne’ in futuro finanziera’, studi su animali.

Chi finanzia ricerche senza animali, in Italia
Le associazioni italiane che, ad oggi, hanno dichiarato di finanziare solo ricerche senza animali sono le seguenti. 
Queste associazioni NON hanno una posizione pubblica antivivisezionista, semplicemente non finanziano in prima persona ricerche su animali.

Chi finanzia ricerche senza animali, e si oppone alla vivisezione, in Italia e in altri Paesi
Queste associazioni sono da preferire a quelle italiane sopra citate, perché quelle di cui sopra semplicemente non usano animali ma non hanno una posizione contraria alla vivisezione in generale, mentre quelle elencate qui sotto si oppongono pubblicamente alla sperimentazione su animali e sviluppano e divulgano metodi scientifici senza animali.
Tra queste, troviamo solo una associazione italiane, e altre straniere.
Le associazioni straniere che si occupano di ricerca senza usare animali sono decisamente di più, ed è molto semplice, con la carta di credito, sostenerle. Non cambia nulla il fatto che siano in altre nazione, perché i risultati delle ricerche ormai vengono diffusi in tutto il mondo. Come si compra un libro su Amazon.com, si può benissimo, allo stesso modo, fare una donazione a queste associazioni.

  • I-CARE Italia
    http://www.icare-italia.org/ 
info@.icare-italia.org
    Il Centro Internazionale per le Alternative nella Ricerca e nella Didattica ha sede in India e progetti in varie nazioni. 
Il nome ufficiale in inglese è “International Center for Alternatives in Research and Education” le cui iniziali formano la sigla I-CARE che, sempre in inglese, vuol dire “io ho cura”, “a me importa”… sottolineando la spinta etica di base contro la sperimentazione su animali. I-CARE è contro una scienza che “uccide e provoca sofferenza”. 
I-CARE si occupa tra le altre cose di: 
- promuovere la ricerca di metodologie scientifiche che non fanno uso di sperimentazione su animali ritenendola inaccettabile eticamente e scientificamente; 
- provvedere al sostegno finanziario della ricerca scientifica in campo biomedico ed in particolare al finanziamento di progetti di ricerca e di borse di studio destinate allo sviluppo di tecnologie innovative e al perfezionamento professionale dei ricercatori;
  • The Cancer Project (USA)
    http://www.cancerproject.org 
info@cancerproject.org
    Gli obiettivi di The Cancer Project (Progetto Cancro): primo, rendere prioritaria la prevenzione del cancro (visto che, oggi, l’80% delle forme tumorali è prevenibile); secondo, migliorare le possibilità di sopravvivenza quando il tumore è stato diagnosticato. In entrambi i casi, questo può essere ottenuto con una maggior conoscenza del ruolo dell’alimentazione nel prevenire questa malattia e nell’evitare di peggiorarla. 
Il Progetto Cancro, promosso dall’associazione PCRM (Comitato di Medici per una Medicina Responsabile), molto impegnata e seria, fornisce materiale informativo su questo tema, e conduce ricerche cliniche per determinare l’impatto dell’alimentazione sulla formazione del cancro. Questo lavoro è utilissimo per salvare vite, questa è scienza, non certo gli esperimenti sui topi fatti ammalare artificialmente o manipolati geneticamente.
  • Dr Hadwen Trust (UK)
    http://www.drhadwentrust.org 
info@drhadwentrust.org
    Il Dr Hadwen Trust è un fondo che finanzia la ricerca senza animali in varie aree: malattie cardiache, meningite, cancro, epilessia, malattie del fegato, etc. Nessuna delle ricerche finanziate usa animali o tessuti animali, e tutte contribuiscono alla ricerca sulle malattie umane, allo stesso tempo contribuendo a rimpiazzare l’uso di animali nella ricerca con tecniche scientifiche realmente efficaci.
  • The Humane Research Trust (UK)
    http://www.humaneresearch.org.uk 
info@humanereasearch.org.uk 
The Humane Research Trust è un fondo per la ricerca medica sostenuto da donazioni private. E’ specializzato nello sviluppo di nuove tecnologie di laboratorio senza l’uso di animali, per essere di aiuto sia agli uomini che agli animali. Vengono finanziate ricerche in ospedali e università del Regno Unito, i cui risultati vengono poi diffusi nel resto del mondo.

Chi aiuta i malati, ma non finanzia ricerche
Esistono poi altre associazioni che danno aiuto ai malati, ma non finanziano ricerche, e quindi non c’e’ pericolo che i fondi da loro raccolti vadano a sovvenzionare la vivisezione. 
Queste associazioni NON hanno una posizione pubblica antivivisezionista, semplicemente non finanziano alcun tipo di ricerca.

Cosa puo’ fare ciascuno di noi
E’ importante scegliere per le nostre eventuali donazioni una associazione che non finanzi la vivisezione, ma e’ anche importante far sapere alle “non prescelte” il motivo per cui non si vuole dar loro dei soldi, perche’ solo cosi’ potranno cambiare comportamento! Quindi occorre scrivere alle associazioni che finanziano studi su animali, invitandole a cambiare destinazione dei loro fondi.
L’altra cosa importante da fare e’ far conoscere questa situazione a quante piu’ persone possibile, e invitare anche loro a non fare donazioni a chi finanzia la vivisezione. Potete utilizzare a questo scopo il pieghevole informativo realizzato da NoVivisezione.org, che si puo’ richiedere alla casa editrice non-profit AgireOra Edizioni
E’ anche utile scrivere alle associazioni di cui non è chiara la posizione in merito per chiedere loro di aderire a una politica di non uso di animali: invitatele a scriverci per essere aggiunte alla “lista positiva”!
Infine, occorre scrivere per protestare, ogni volta che si puo’, agli sponsor delle manifestazioni e iniziative che raccolgono fondi per la ricerca medica destinati a una delle grosse associazioni sopra elencate che finanziano la vivisezione, e fare lo stesso con le redazioni di giornali, radio, TV, che parlano di queste iniziative o di “grandi scoperte” fatte sugli animali.
E’ necessario far sentire il dissenso, per far cambiare le cose, perche’ i ricavi di queste associazioni si basano su quanto donato dal pubblico… e quindi l’opinione pubblica puo’ influire, eccome!

Verso il futuro: il progetto “Banche di tessuti umani”
Per andare verso una ricerca di base realmente utile per i malati, un aspetto importante è quello dell’uso di tessuti umani: è attualmente possibile usare tessuti umani per studiare malattie, conoscere le modalità di funzionamento del corpo umano, sviluppare e testare nuovi farmaci. Molte ricerche biomediche sono effettuate utilizzando tessuti ma, in modo apparentemente illogico, sono utilizzati principalmente cellule, tessuti e organi di origine animale.
I-CARE, il Centro Internazionale per le Alternative nella Ricerca e nella Didattica, ha lanciato il progetto “Banche di tessuti umani”, che ha come scopo il potenziamento della ricerca biomedica in Italia tramite la creazione e/o il supporto a una o più Banche di Tessuti Umani cioè una struttura in grado di reperire, trattare, conservare e diffondere cellule, tessuti e organi umani.
In Italia non esistono dati ufficiali sul numero di animali utilizzati per il prelievo dei tessuti ma, effettuando un confronto con la Svizzera (100 mila animali l’anno con un totale di animali usati a scopi sperimentali che è la metà rispetto all’Italia) e con il regno Unito (400 mila animali l’anno con un totale doppio di quello italiano), è ragionevole ipotizzare che siano circa 200 mila gli animali uccisi annualmente esclusivamente a questo scopo.
Questo progetto sulla creazione di una rete di Banche di Tessuti è una proposta, un incitamento, un cammino. Un cammino che vuole andare in una direzione innovativa, verso una ricerca biomedica sempre più avanzata, sempre più umana, sempre più antivivisezionista.

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